Santa Barbara: la soap che ha stregato milioni di telespettatori

Il viaggio esplorativo condotto per la consueta rubrica del sabato tra le soap di importazione stavolta ci ha spinto fino alle coste dell’Oceano Pacifico, facendo approdare la nostra memoria presso una tra le storie più particolari ed avvincenti del genere: Santa Barbara.

Nata dall’idea di Bridget e Jerome Dobson per la NBC, andò in onda negli Stati Uniti a partire dal 30 luglio 1984 fino al 15 gennaio 1993. Quasi venti anni dopo la sua conclusione è ancora vivissimo l’affetto che schiere di fans le riservano, perché le oltre due mila puntate prodotte furono in grado di esprimersi calcando un tono decisamente meno battuto dalla concorrenza, attraverso il quale si potè raccontare di storie in grado di appassionare milioni di telespettatori di ogni età. Dall’Italia (dove fu proposta dal 1989 al 1991 dalla tv di Stato) alla Francia, dalla Russia al Canada attraversando Cina ed Egitto, le sue vicende fecero il giro del mondo, seminando seguaci incalliti, rimasti praticamente ammaliati dalla capacità degli autori di stupire e coinvolgere usando con coraggio uno spiccato senso dell’umorismo nell’affrontare temi rosa, ma anche storylines drammatiche.

Come nelle migliori sceneggiature, negli anni protagonisti sono i numerosi membri di quattro distinte famiglie (insieme a tutti i soggetti che gravitano attorno alla loro quotidianità) di diversa estrazione sociale ed origine, immancabilmente e sapientemente condotti ad interferire nelle reciproche questioni per contendersi potere e sentimenti. Oltre la famiglia dei Capwell c’è quella dei Lockridge, poi gli Andrade e i Perkins, per personaggi complessi e caratterizzati da profonde analisi psicologiche ed interessanti risvolti di trama e personalità. Tra omicidi e stupri, relazioni romantiche (indimenticabili Cruz Castillo-A Martinez e Eden Capwell-Marcy Walker) ed incursioni in mondi ultraterreni, matrimoni e angeli custodi, nuove nascite e precari equilibri mentali, gli intrighi d’amore e le rivalità agguerrite vengono tratteggiate a definire le labirintiche diramazioni dell’originario albero genealogico che occupa la scena, al limite dell’innovativo e dell’eccentricità.

Linee narrative impavide che per quanto riguardò il pubblico americano alla fine stancarono e risultarono fallimentari. Deludenti furono, infatti, i risultati di ascolto ottenuti oltreoceano (dovuti pure ai continui cambi tra gli interpreti così come nel dietro le quinte, nella sala scrittura, quindi nella creazione di storie e personaggi), seppur tra i telespettatori si annoverasse la presenza dell’illustre Ronald Reagan, oltre che di nutrite platee di critici, ad osannarne qualità ed originalità: decine di riconoscimenti e nomination furono attribuiti alla soap, che vinse numerosi premi tra Soap Opera Award e Daytime Emmy Award (tre di questi ricevuti l’uno di seguito all’altro nel 1988, 1989 e 1990 come Miglior serie drammatica). Altro vanto di cui Santa Barbara può andar fiera è di aver accolto tra i numerosissimi attori ingaggiati a calcarne il set, nomi divenuti di grande popolarità: da Leonardo di Caprio a Robin Wright Penn, da Bridgette Wilson a Sydney Penny, passando per il nostro Enrico Mutti e Jack Wagner.

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