Lupin, la mini serie Netflix sul ladro gentiluomo fa record di ascolti!

Il personaggio di Lupin, nasce alla fine del ‘900, dalla penna dello scrittore francese Maurice Leblanc: ladro, scaltro, intelligente. I manga lo vestono con giacca e cravatta, ala guida di un maggiolino, e lo circondano di personaggi estremamente particolari, che costantemente influenzano la sua storia. Nella serie Netflix, tutto ciò che era nell’immaginario collettivo rispetto a questo personaggio, svanisce: pur se costantemente ispirato alla penna di Leblanc, nelle continue citazioni che Lupin stesso fa rispetto al testo di cui è centro focale, qui il personaggio indossa una veste contemporanea ed è quindi reinventato in una chiave del tutto nuova.

 

Questo cambio di registro, è perfettamente adeguato a questo tempo: un perfetto Omar Sy, interpreta un Arsenio Lupin di colore, avvenente, carismatico, proiettato in una Parigi modernissima e contemporanea, ma che comunque, come il personaggio che la abita, si ispira continuamente al testo di cui è figlia, in ogni singolo particolare. Un Lupin svecchiato dunque, di tutte le caratterizzazioni anni ’80, delle mode, delle smorfie, degli atteggiamenti del personaggio dei manga, che viene rilanciato dunque, anche in nel mondo odierno, con tutte le relative peculiarità. Assane Diop (nome del Lupin moderno), progetta il colpo del secolo al Museo di Parigi: rubare una collana appartenuto alla Regina Maria Antonietta.

Lupin

Nel primo episodio, tutto scorre secondo una logica precisa, che coinvolge lo spettatore, facendogli immaginare che quella stessa logica, sarà conservata negli episodi successivi. Ma il ritmo, incalzante e sussultorio, fa rimbalzare la storia indietro, attraverso una serie di flashback, che mostrano il passato del protagonista: Assane è figlio di un immigrato senegalese, morto suicida in prigione, accusato (ingiustamente) del furto della stessa collana. La storia assume una piega diversa: il colpo ha un movente preciso. Assane vuole i colpevoli dell’incarcerazione di suo padre, per poter onorare cosi la sua memoria e rendergli giustizia.

Colpo grosso per Netflix che lancia una mini serie rivisitata in modo intelligente e che in pochissimo tempo è riuscita a fare record di ascolti. L’innovazione di questo leitmotiv, è proprio nelle tematiche attualissime, il tema dell’immigrazione, dell’integrazione, del razzismo e della disuguaglianza, che spaccano l’umanità nonostante il costante sforzo di omologazione, che appunto, miseramente tende a fallire.

Dialoghi brillanti, ironici e in diversi momenti profondi, sono sostenuti da una trama ricca di rimbalzi che appassiona e intriga. I fan sono già in attesa della seconda stagione di episodi, che con molte probabilità, andrà in onda entro il 2021.

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