Nonostante spesso si lascino prendere la mano scrivendo sceneggiature al limite del credibile, gli autori della popolare soap statunitense Beautiful sono anche capaci di raccontare la vita di tutti i giorni. Ne è testimone il personaggio di Stephanie (interpretato da sempre da Susan Flannery), che proprio in questi giorni (nella messa in onda italiana) sta combattendo contro un tumore.
Quando della malattia non ci si avvale come fosse un brillante colpo di teatro (e di scherzetti la veterana Stephanie è esperta), il deus ex machina lo inserisce nella trama o per congedare l’attore come ogni comune mortale -perché in fondo, nonostante le 6000 puntate, Stephanie non ha ancora guadagnato l’immortalità- o per affrontare insieme al pubblico temi d’attualità. Parlare di quello che accade fuori dal set e dalle sue trame sentimentali, addirittura di quello che è accaduto alla stessa Flannery (che fortunatamente ha vinto la propria battaglia con il cancro, diagnosticatole nel 2000) è un modo per far riflettere su problemi delicati. E non è la prima volta che la soap tratta tematiche serie ed impegnative: la stessa Stephanie è stata vicina a sua figlia Felicia (a quei tempi ancora Colleen Dion), colpita dallo stesso male, e sempre il suo personaggio ha affrontato la realtà dei senzatetto, conosciuta nel periodo di amnesia, mentre girovagava per i sobborghi della città.
Tematica scottante questa, che avvicina molti telespettatori alla scena, non soltanto perché colpisce uno dei quattro fondamentali della soap (la sua presenza è fissa dagli esordi del 23 marzo 1987), ma anche perché è in grado di far immedesimare e commuovere. Il cancro arriva così a seminare dolore anche nell’incantato mondo del lusso della Maison Forrester.